Tiziano Terzani. Esserci nella Storia e nelle storie

tiziano terzani

T. Terzani, Un indovino mi disse, TEA, 2004.

Esserci, nella Storia

< I In Erodoto, Kapuscinski, Terzani, si nota la stessa voglia di conoscere il mondo, l’indole dell’etnologo, dello storico e del giornalista,  tutto fuso assieme (perché no!). Davanti a loro, la schiera degli esseri umani che si oppone, si spezza e si piega alla fiumana del tempo e della storia che passa sopra tutto, cerca una propria collocazione sulla carta.
Questi scrittori vogliono esser-ci (alla Martin Heidegger), con un “daseyn” totalizzante che si plasma con l’angoscia di descrivere e la voglia di commentare tutto il possibile e non perdere neanche una virgola di ciò che accade intorno e dentro di noi.
Perché, come dice lo stesso Terzani “la storia esiste solo se qualcuno la racconta“: insomma, l’idealismo fenomenista applicato al giornalismo…essere è essere osservato.
Ma noi obiettiamo al buon Tiziano una cosa, citando Einstein, “Si può credere veramente che la luna non ci sia, quando nessuno la osserva?”

Magia ed esoterismo

< I Magia ed esoterismo. Il resoconto del viaggio ci fa capire qual’è l’unico modo per affrontare una profezia, cioè con il metodo cinese: piegandosi. Infatti, secondo la sua esperienza, le previsioni degli indovini devono essere prese come l’indicazione di una tendenza, come un avvertimento, ma non come una condanna senza appello. Il fato è negoziabile.
Così, a causa (ma si potrebbe anche dire “grazie”) di un’oscura divinazione, Terzani rifiuta di prendere l’aereo per un anno e si immerge nel vivo della vita asiatica quotidiana, fatta di passaggi con mezzi di fortuna, treno e scarpinate. L’occulto regna ancora sovrano anche là dove, in parti sempre più estese dell’Asia, la logica occidentale del profitto ha piantato i propri semi marci, portando a una sfida persa in partenza. C’è un conflitto di logiche differenti, di diversi modi di intendere il rapporto di causa\effetto.
L’Asia importa la modernità altrui e questo significa occidentalizzazione, grottescamente forzata, e la parallela rinuncia alla propria diversità. Dovrebbe, dice Terzani, trovare il proprio modo di essere moderni: una via di mezzo fra l’isolamento stagnate e l’apertura autodistruttiva.

Armonia perduta

< I La superstizione è quindi parte essenziale della vita. E dietro la facciata consumistica del feng-shui, del destino letto attraverso lo studio del corpo e della fisiognomica, del culto degli antenati, il sottofondo interessante di tutta questa “magia” è semplicemente la ristabilizzazione dell’armonia perduta. Un equilibrio con tutto ciò che ci circonda, quasi come un ecologismo ante litteram, che ci risintonizza con il respiro cosmico dell’universo. Là dove l’uomo occidentale con la sua teologia (cristiana in questo caso anche se la generalizzazione è sempre aberrante) ha sempre tenuto separato il mondo naturale da quello divino e con il meccanicismo cartesiano l’uomo fisico dall’uomo senziente, l’oriente (altra generalizzazione, lo so) ha reso questi mondi sempre indistinguibili.
Di qua, la religione si è sempre posta contro la superstizione; di là l’indovino è teologo e sacerdote, curatore e psicologo.

 

Su questo sito utilizzo strumenti che memorizzano piccoli file (cookie) sul tuo dispositivo. I cookie sono normalmente usati per permettere al sito di funzionare correttamente (cookie tecnici), per generare statistiche di uso/navigazione (cookie statistici) e per pubblicizzare opportunamente i nostri servizi/prodotti (cookie di profilazione). Posso usare direttamente i cookie tecnici, ma hai il diritto di scegliere se abilitare o meno i cookie statistici e di profilazione. Abilitando questi cookie, mi aiuti a offrirti una esperienza migliore. Cookie policy