29 marzo 2020
Domenica di quarantena con lettura evasiva e con colazione forzatamente casalinga, in compagnia di due gatti neri che si guardano in giro perplessi sul da farsi, as always. Io e S. rispettiamo le nostre abitudini sebbene impossibilitati nel muoversi fuori da casa, lei al mio fianco ironicamente ride mentre busca el lado positivo della vita o della tazza da latte, trovandolo e non trovandolo. Noto che dipende molto dai bollettini del meteo e da quelli della protezione civile, o più in generale da come giornalmente si affronta e ci si approccia a questa situazione di pandemia globale.
Bevo un sorso di succo d’arancia in procinto di compilare silenziosamente la lista pigra delle cose da fare durante il giorno, annotando mentalmente quanto segue:
- svegliarsi e fare colazione
- (bevendo un succo d’arancia)
- aggiustare la tapparella grigia della veranda, senza peggiorare la situazione
- svegliarsi e fare colaz… No, già detto.
- leggere e tornare a dormire
- [repeat]
- capire finalmente Bill Murray durante il Giorno della Marmotta
Una passeggiata nei boschi, Bill Bryson, Guanda, 2000. Tit. Orig. “A Walk in the Woods“
< I > Bill Bryson è uno scrittore non comune. Cammina tanto e divaga forte, anche quando non vuole e si lascia comunque trasportare dalla sua verve divulgativa. Una passeggiata nei bochi descrive la comica, parziale e folle esperienza dell’autore lungo la mitica Appalachian Trail, il percorso che con i suoi 3500 kilometri di lunghezza attraversa quattordici stati americani. Dalla Georgia al Maine. Bill (l’autore) assieme all’amico Kat si attrezzano e partono senza neanche essere sicuri di reggere dignitosamente la fatica di una settimana di marcia. Bene o male fanno comunque un milione di passi. Direi positivo per degli avventanti e inesperti camminatori della domenica.
Domenica mattina di quarantena a base di Tarallucci, al solito deliziosamente attraenti ma allo stesso tempo eccessivamente dolci. Mai perfettamente in grado di assorbire la giusta dose di liquido di latte vaccino e sempre eccessivi nelle proprie caratteristiche, sembrano adolescenti non ancora in grado di controllare i loro impeti. Malgrado questo si prospetta una tranquilla domenica di quarantena (quanto è alienante scrivere una frase del genere…come se l’abitudine abbia già normalizzato l’eccezionalità della situazione), la terza da quando sono iniziate le misure più restrittive e siamo stati costretti a reintrodurre anche noi stessi nell’equazione della nostra quotidianità, con inediti risultati devo dire. Improvvisamente abbiamo dovuto fare i conti con tutti, e dico proprio tutti, gli aspetti della nostra natura e non solo con la parte impeganta a coprire e a zittire il rumore di fondo delle giornate, scoprendoci (ma dai! veramente!) un po’ inadeguati. Quando ci è stato finalmente concesso un po’ più di tempo a nostra disposizione, praticamente, abbiamo dovuto chiedere l’aiuto da casa per intrattenerlo adeguatamente. Ma visto che a casa ci siamo già, abbiamo dovuto chiederlo all’etere. Con risultati in grado di esaltare ancora di più la nostra naturale inadeguatezza.
< I > L’essenzialità è un valore performante quando si cammina nei boschi. Dal saper discernere l’utile dall’inutile dipende la riuscita o meno del viaggio (e in un viaggio di oltre tre milioni di passi lungo tutti i Monti Appalachi forse anche di più). Fra l’ansia camuffata dovuta ai possibili attacchi di orsi e l’ilarità degli improbabili incontri durante il tragitto, le scene più buffe del libro riguardano le minuziose descrizioni della selezione dei materiali ritenuti fondamentali prima di iniziare il percorso, salvo poi scoprire che, senza la minima cognizione delle norme elementari di sopravvivenza nella natura, l’inutile si trasforma comunque in dannoso.
E per questo la lettura di Bryson si rivela illuminante durante questa mattina di quarantena domenicale. Dalla finestra dell’abitazione dove vivo la mia dorata e fortunata reclusione vedo il marciapiede che, per quanto ne so, sicuramente non conduce nel bosco fitto e selvaggio della Pennsylvania ma può essermi utile per altre funzioni. Non vedendo passare alcuna anima viva da giorni (esattamente come Bill, sperduto fra le piogge e l’inospitalità le cime delle Smoky Mountains disordinatamente distribuite fra il Tennessee e il North Carolina) percepisco che, nei momenti di sconforto dovuto allo sforzo psicologico, fisico e sociale a cui siamo tutti sottoposti, può essere la volta buona per riuscire a riconoscere ciò che è essenziale da ciò che non lo è.
Una colazione a base di caffé, buoni libri, famigliare quotidianità ricostruita ad hoc, inadeguatezza (as always), succo d’arancia, biscotti e sensi di colpa, è decisamente essenziale per non uscirne a pezzi da tutta questa situazione.