Magia, scienza e pazzia nella Praga di Rodolfo II

Orologio Astronomico Praga
L’imperatore collezionista

< I > Rodolfo II, nipote dell’ultimo grande imperatore Carlo V, e pronipote di Giovanna la Pazza, si dice morì folle nel 1612. Ma cosa fece e chi radunò durante gli anni del regno nella sua Praga ancora rimane qualcosa di affascinante e misterioso.

Collezionista, mecenate, enciclopedista, curioso di scienze occulte e melanconico: sono solo alcune delle sue caratteristiche, per lo meno le più famose. Dall’anno della sua nomina alla guida del Sacro Romano Impero, nel 1576, la nuova capitale imperiale divenne il fulcro europeo delle arti e delle scienze, Rodolfo II trasformò il Castello di Hradschin sulla collina Hradcany in un centro di smistamento culturale. Qui passarono astronomi e astrologi, come Johannes Keplero e Tyco Brahe, artisti italiani come l’Arcimboldo, maghi e sedicenti medium fra i quali ricordiamo gli inglesi John Dee e Edward Kelly e altri alchimisti e controversi personaggi. L’imperatore seppe dar protezione a umanisti e scienziati, ciarlatani e artisti, ora occupandosi di cabala ebraica ora accumulando i frutti delle sue curiosità nelle Wunderkammer, le camere delle meraviglie, sottospecie di progenitori dei nostri musei.

Praga alchemica

< I >Solve et coagula” dicono gli alchimisti: “sciogli e rimescola” letteralmente significano queste poche ma fondamentali parole per la realizzazione della Grande Opera alchemica. Termini che rimandano alla scomposizione e alla ricomposizione della materia, mezzo supremo per raggiungere la perfezione spirituale e materiale. Questa breve parentesi sui procedimenti alchemici non è però fine a se stessa, infatti serve a introdurre un singolare artista che rimase molto influenzato da questo principio tanto da applicarlo come leit motiv a gran parte delle sue opere.

Giuseppe Arcimboldo infatti visse a Praga dal 1562 al 1587, anni fondamentali per la sua ricerca artistica, alla corte di Massimiano I prima e Rodolfo II poi. Entrò in contatto con numerosi esponenti della società segreta Rosacrociana tanto da rimanere profondamente influenzato da questi principi base dell’alchimia. Le sue otto tavole allegoriche, le quattro stagioni e i corrispondenti quattro elementi aristotelici, rimandano proprio al principio ermetico della corrispondenza fra microcosmo (uomo) e macrocosmo (universo). Come dimostra anche il ritratto che fece l’Arcimboldo dell’imperatore, eseguito dopo il suo ritorno a Milano, e intitolato “Rodolfo II in veste di Vertunno“, il principio della separazione e ricongiunzione della materia avviene attraverso le sue bizzarre combinazioni di varietà di forme animate e inanimate.

Attorno alla corte imperiale gravitarono anche altri ambigui personaggi, dall’alchimista Sendivogius, che voleva dare maggior risalto spirituale all’alchimia, a Jassenius, anatomista e chirurgo che occupò gran parte della sua vita alla ricerca della relazione fra corpo e anima, fino a Horazicky, botanico e farmacista direttore dei Giardini Reali.

Praga truffata

< I > I più controversi in realtà furono due maghi inglesi e tuttora non sono ancora ben chiari i rapporti che questi ebbero con l’imperatore. John Dee e Edward Kelly infatti asserivano di avere contatti con gli angeli; in particolare il primo risulta essere uno dei traduttori in inglese del testo inventato da Lovercraft, il famoso Necronomicon, per quanto riguarda il secondo, invece, si dice che fosse stato in possesso del “manoscritto Voynich“, scritto nella lingua di Enoch, il testo atto alla comunicazione diretta con gli angeli. Dei due maggior importanza e autorevolezza storica sembra comunque averla John Dee, astrologo della regina Elisabetta I, e tuttora poco si sa fino a che punto Kelly, la cui fama di ciarlatano lo precedeva notevolmente, lo avesse plagiato o fossero in fin dei conti d’accordo sulla loro ambigua attività.

Praga astronomica

< I > A Praga soggiornarono altri e più illustri scienziati, nella fattispecie due degli astronomi che rivoluzionarono l’idea medioevale di universo chiuso e circolare: Tyco Brahe e Johannes Keplero.

Brahe scandalizzò il mondo scientifico (ma sopratutto teologico dato che per certi versi era la medesima cosa) proponendo la sua tesi rivoluzionaria contro l’incorruttibilità e l’immutabilità dei cieli ma negando ancora la centralità assoluta del sole; Keplero invece sostituì il percorso ciclico e regolare dei pianeti, massima espressione della perfezione celesta, con rivoluzioni planetarie ellittiche e a velocità irregolari.

Entrambi furono ingaggiati come matematici imperiali, ma con l’intento di indirizzarli anche verso altri campi scientifici: si occuparono infatti anche della teoria dei movimenti di Marte e della compilazione di almanacchi e pronostici astrologici.

Il fascino di Praga come città misteriosa ed esoterica, tanto da essere inserita come vertice di uno dei due triangoli magici, quello della magia bianca, assieme a Torino e Lione, verrà rincarato anche nel corso del novecento. Diversi scrittori infatti sfruttarono il fascino evocativo di questo particolare periodo storico inserendola nelle trame dei loro libri.

< I > John Banville con “La notte di Keplero” (1993), Gustav Meyrink con “L’angelo della finestra d’occidente” (1929) e Leo Perutz con “Di notte sotto il ponte di pietra” (1953), trattano rispettivamente del rapporto fra Rodolfo II e gli astronomi Keplero e Brahe, Dee e Kelly, e infine Yehuda Loew, il leggendario rabbino creatore del Golem.

Un dampyr a Praga

< I > Non a caso la leggenda narra che proprio nel 1580 il rabbino plasmò dall’argilla il mitico Golem, al fine di difendere guarda caso il ghetto ebraico di Praga. Il mostro, però, da fedele servitore quale avrebbe dovuto essere si ribellò al suo padre-costruttore, costringendo lo stesso rabbino a eliminarlo cancellando dalla fronte la prima lettera della parola Emet (verità in ebraico), trasformandola in Met (morte). Molte di queste intriganti leggende e fatti così evocativi sono ricomparse nella recente collana a fumetti Bonelliana creata da Mauro Boselli e Maurizio Colombo: il “Dampyr“.

Senza dilungarmi sulla trama generale volevo solo ricordare come molti albi della serie regolare mensile (in particolare il n°5 “Sotto il ponte di pietra” e il n°12 “Anima persa” su tutti). Entrambi sono ambientati proprio nella misteriosa Praga dove il protagonista, Harlan Draka, entra in contatto con il Golem, con Dee e Sendivogius, esplora il famoso e nebbioso quartiere di Malá Strana e rivive, assieme al lettore, tutto ciò che questa affascinante città è in grado di suscitare.

 

Su questo sito utilizzo strumenti che memorizzano piccoli file (cookie) sul tuo dispositivo. I cookie sono normalmente usati per permettere al sito di funzionare correttamente (cookie tecnici), per generare statistiche di uso/navigazione (cookie statistici) e per pubblicizzare opportunamente i nostri servizi/prodotti (cookie di profilazione). Posso usare direttamente i cookie tecnici, ma hai il diritto di scegliere se abilitare o meno i cookie statistici e di profilazione. Abilitando questi cookie, mi aiuti a offrirti una esperienza migliore. Cookie policy